Tommaso Guariento
1 min readDec 27, 2018

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La stortura del mondo imprevisto, coincide coi futuri possibili. In questa ingenua pace di ovatta fra le declivi ondulature di rocce e terre, si framezza il raggio triste eppure opaco di ogni sera. La mancanza catatonica di denaro ed i suoi scarsi frutti, questa nostalgia dell’abbandono di rovi e ginestre. Questa pace non voluta né richiesta. Ad una madre ad un padre et comme ça, jusqu’à l’éternité. Ad una madre ed un padre et comme ça, pour celle que se réveille tôt dans l’aube métallique.

Appresso i rovi e le muschiature ornate che dei calcari fanno nesso, hai visto i frantumi di una poesia ininterrotta. Qui giace il verso intenso. Assieme abbiamo pianto Ovidio sulle croci alpine ed assieme la rinascita di mercurio abbiamo congiurato. Per tutte le ninfe per ogni goccia riversa sulla spalla ossuta. Sulle sabbie riarse di spiagge frige, o come allucinanti per il theos proton, così immedesimarsi nella Bisanzio completa della Svizzera alchemica.

Mia sorella e mia consorte, tu che irraggi da un solo centro, avrai la morte sovrana che ti spetta. Noi siamo l’ultimo filo che così seziona l’ultima ghigliottina.

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